La Corte d’Appello di Milano riconosce ad una ex ballerina della Scala il risarcimento del danno non patrimoniale, causato dalle condotte vessatorie messe in atto dal datore di lavoro.

I Giudici affermano che i comportamenti tenuti dalla Fondazione Teatro alla Scala avevano limitato lo sviluppo del suo talento, provocandole, almeno come concausa, l’insorgenza di un grave e prolungato stato depressivo.

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