Con sentenza n. 7364 depositata il 13 marzo 2021 la Corte di Cassazione ha posto la parola fine ad una vicenda giudiziaria durata più di otto anni che ha coinvolto centinaia di lavoratori assistiti da una decina di studi legali.

Tutto ha inizio alla fine del 2013 quando la Banca Monte dei Paschi di Siena, nel pieno della sua crisi, decide di “alleggerirsi” esternalizzando alcune sue attività ad una neo costituita società denominata Fruendo, alla quale “cede” oltre mille dipendenti sparsi tra diverse filiali d’Italia a far data dal 1 gennaio 2014.

Giuridicamente l’operazione viene presentata come una “cessione di ramo d’azienda” che, se legittima, non richiede il consenso dei lavoratori.

Contestando, quindi, proprio la legittimità di quella cessione alcune centinaia dei dipendenti si sono rivolti ad una decina di studi legali. 79 di loro, di Padova, Siena, Milano Mantova e Lecce hanno incaricato del ricorso gli avvocati dello Studio legale Associato di Bologna Piccinini, Ferretti, Buttazzo e Pittarello che ottenevano – lo stesso giorno degli altri colleghi, il 14 Aprile 2015  –  una sentenza favorevole del Tribunale del Lavoro di Siena,  confermata dalla Corte d’Appello di Firenze il 30 gennaio 2017, che disponeva il ripristino del rapporto di lavoro in capo a MPS.

La Banca non dava esecuzione alla sentenza, salvo decidersi, dopo aver ricevuto alcuni decreti ingiuntivi che rivendicavano la cd. “doppia retribuzione” (secondo un principio giurisprudenziale per cui, in caso di mancata ottemperanza all’ordine del giudice, in casi del genere il datore di lavoro “effettivo” non è esentato dal pagare la retribuzione, anche se viene percepita dal datore di lavoro “fittizio”) a ripristinare il rapporto “virtualmente”, trasformando però in distacco la ribadita continuazione dell’attività dei dipendenti presso FRUENDO.

Nel corso degli anni alcuni lavoratori pervenivano ad accordi conciliativi (molti di loro per l’opportunità di un prepensionamento) ma tanti altri resistevano e il 3 febbraio 2021 una decina di studi legali (ormai coordinati tra loro) si sono trovati a discutere le rispettive cause nell’Aula della Corte di cassazione.

Oggi il deposito della prima di queste sentenze, che accoglie definitivamente le tesi dei lavoratori –  assistiti, tra gli altri, dallo Studio Legale Associato –  che hanno così conseguito il definitivo diritto a permanere alle dipendenze della “loro” Banca.

La sentenza è ben motivata, e riassume, sviluppandole, tutte le complesse problematiche interpretative delle leggi nazionali e comunitarie in materia. La Studio Legale Associato Piccinini è orgoglioso di avervi contribuito.

 

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